Secondo Virginia Woolf la scrittura può offrire “un inebriante senso di libertà illecita” (a heady sense of freedom unlawful), diventare un luogo da cui si può guardare la vita al di là delle convenzioni, delle consuetudini, per coglierne diverse impressioni, ridefinirne i significati a seconda di chi osserva e interpreta i segni lasciati. Le parole servono a restituire senso alle azioni, ai pensieri, alle fantasie, portando fuori di sé parti importanti che sono dentro, urgono, confondono, inquietano. E a volte, dice la scrittrice, il senso lo si trova tra le parole, tra il detto e il non detto.
Su queste basi abbiamo lavorato nel Laboratorio di scrittura sull’autobiografia svoltosi alla Casa Internazionale delle Donne di Trieste. Un lavoro che prosegue da diversi anni e vuole esplorare tratti minimi e sfuggenti di quel vasto luogo per lo più ignoto che esiste dentro ogni soggetto, uomo o donna che sia. La scelta è stata quella di parlare dei cambiamenti, porre attenzione ai passaggi minimi, agli eventi esterni che li hanno, a volte, prodotti, ma anche ai modi interiori con cui sono stati vissuti, sentiti, e forse non sempre compresi.
Alice, Nel Paese delle Meraviglie, esprime il desiderio di scrivere lei stessa la propria storia, non accontentandosi di un’altra scrittura. Non mi pare ci sia solo una urgenza interiore di verità dietro questa richiesta, ma una volontà di confronto serrato con quella che è stata l’esperienza, reale e immaginaria insieme, che la protagonista ha vissuto.
DICE ALICE. Percezioni e storie di donne.
Collana: Laboratorio
Autrici Varie (a cura di Gabriella Musetti)
Testi di: Elena Garlando Carmen Gasparotto Mariella Grande Silvana Lampariello Rosei Marina Lenzari Amalia Peresson Mariaelena Porzio Alda Rosaldi Anna Rosani Lucia Starace Hélène Stavro
Pagine: 119
Prezzo: € 12,00
ISBN 9788894045239
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