Cinque scrittrici triestine, tutte ebree, tutte dimenticate, vengono riportate alla luce da altrettante scrittrici dell’oggi in un bel volume che ne antologizza la produzione.
Oltre le parole è un colloquio tra donne di oggi e donne di un secolo fa. Dialogano tra loro rispettivamente: Mariella Grande con Ida Finzi (Haydée); Marcella Trulli e Giada Passalacqua con Fortuna Morpurgo (Willy Dias); Maria Neglia con Pia Rimini; Silvia Bon con Anna Curiel Fano; Marinella Zonta con Alma Morpurgo. Tra gli aspetti più interessanti del libro, vi è la modalità della sua costruzione, come sottolinea Marina Giovannelli in un numero recente di Letterate Magazine, che ha comportato una ricerca personale di sei autrici contemporanee rivolte a reperire testi non più in circolazione, a scovarli su vecchie bancarelle o nei mercatini rionali, come accade a Mariella Grande quando si imbatte per caso in Vita di Doretta Cisano di Haydée, a leggerli con curiosità, qualche volta con fastidio: «all’inizio non volevo scrivere su Willy (Dias)» dice Giada Passalacqua, «il suo primo romanzo l’ho trovato barboso», a commentarli, a inserirli in un contesto di storia nazionale e locale, a ricostruire le vicende personali e umane di ciascuna scrittrice ripercorrendo i luoghi dei loro vissuti, le strade dove erano le loro case, i caffè che frequentavano, visitando le loro tombe, cercando l’ultimo ricovero, a Portogruaro, nel caso di Haydée, e persino la via di Auschwitz di Pia Rimini, compiuto da Maria Neglia con il Treno della memoria, insieme ad un gruppo di ragazzi. Tutto questo, per entrare in un rapporto empatico con loro e infine scegliere per l’Antologia, che costituisce la seconda parte del libro, racconti e passi di romanzi che permettono a noi lettrici e lettori di conoscere i contenuti e i caratteri della scrittura di queste donne d’eccezione.
Lascia un commento