Elizabeth Gaskell
nella rivoluzione industriale
al fianco delle donne
Scrive Paolo Marcolin:
Una donna anziana, costretta all’immobilità in una stanza chiusa, passa il tempo nel solo modo possibile nella sua condizione: racconta. E la materia della sua oralità affonda nel passato, quando aveva conosciuto la Lady Ludlow che dà il titolo al romanzo di Elizabeth Gaskell (Vita Activa, pagg. 213, 12 euro), che sarà presentato mercoledì, alle 18, al Caffè degli Specchi, da Helen Brunner assieme alla traduttrice Manuela Centazzo e da Marisa Sestito nell’ambito della rassegna “Donne agli Specchi”. È un narrare senza capo né coda, non ha un inizio, una parte centrale o una fine, lo dice chiaramente la stessa narratrice, ma se quando il romanzo venne pubblicato la prima volta, nel 1859, questo impianto narrativo sperimentale poteva spiazzare i lettori, trova invece adeguata collocazione nel tempo presente, sorretto dal talento, dalla perizia e dal gusto della scrittura della Gaskell, come annota Marisa Sestito nell’introduzione al volume. La modernità della Gaskell sta nei temi ricorrenti delle sue opere, e presenti anche in ‘Lady Ludlow’, vale a dire l’attenzione per il mondo delle donne – la ‘questione femminile’ – quale emerge anche in ‘Ruth’, scritto in difesa della parità sociale e sessuale della donna, e l’eco dei problemi sociali del tempo, come il conflitto tra capitale e lavoro, che la Gaskell affronta con partecipazione. Nata a Londra nel 1810, la Gaskell visse nel pieno del travolgente cambiamento indotto dalla Rivoluzione Industriale: «Noi viaggiavamo in carrozze da sei posti e impiegavamo due giorni per un tragitto che adesso si percorre in un paio d’ore sfrecciando e sibilando, con striduli fischi assordanti», dice l’anziana narratrice nelle prime righe di ‘Lady Ludlow’. A Manchester, «la brutta fumosa, cara, nobilmente laboriosa Manchester», chiamata ciminiera del mondo per le sue interminabili file di camini fumanti, imponente corollario a 1.600 stabilimenti tessili, la Gaskell ambientò il suo primo romanzo, ‘Mary Barton’, in cui rappresentava la working class legata al tristemente noto trittico di salari bassi, alloggi fatiscenti e sovrappopolati e pessima dieta, che ghermiva una larga fetta delle classi subalterne e ne limitava la speranza di vita. Un libro-denuncia che fu bandito da diverse librerie e biblioteche, ma si meritò la stima di Charles Dickens, che offrì alla Gaskell le pagine della sua rivista ‘Household Words’, un foglio battagliero che si occupava delle questioni sociali del tempo, per la pubblicazione di ‘Lady Ludlow’. —
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