Esce per Vita Activa “Io e Agnese” che oggi sarà illustrato dall’autrice agli Specchi
Scrive Giulia Basso: Sono tantissime le storie che si nascondono tra le mura di un carcere e rimangono silenti, perché nessuno si fa carico di raccontarle al mondo esterno, come se quelle sbarre fossero un confine mentale, oltre che fisico. Si muove in controtendenza l’opera di Monica Sarsini, scrittrice e artista visiva fiorentina che ormai da anni tiene corsi di scrittura nella sezione femminile del carcere di Sollicciano (Firenze). Da quest’esperienza sono già scaturiti due volumi antologici – “Alice nel paese delle domandine” del 2011 e “Alice, la guardia e l’asino bianco” del 2013 – e una terza pubblicazione, appena uscita per la casa editrice Vita Activa, sarà presentata dall’autrice oggi alle 18, al Caffè degli Specchi. S’intitola “Io e Agnese” ed è molto diversa dai precedenti volumi: si tratta stavolta di una narrazione in cui l’esperienza di docente di scrittura creativa all’interno del carcere vissuta dall’autrice, che costituisce la spina dorsale del libro, è continuamente interrotta e amplificata da altre storie autobiografiche e dai racconti delle donne che ha incontrato tra quelle mura. “Il contatto con donne che hanno alle spalle vite sciupate e drammatiche ha rotto in qualche modo il meccanismo di una scrittura monologante legata al proprio vissuto – scrive Ernestina Pellegrini nella postfazione al libro -, per spostarla in un’ottica di rispecchiamento e di oggettivazione che crea trama, intreccio, se non altro in quelle zone in cui Daniela, Alessia, Laura, Katia, Susanna, Giada, le trans senza nome, le arabe, le rom irrompono sulle pagine con le loro storie di violenza, droga, abbandoni e fughe». Per Pellegrini questo libro è un esperimento di scrittura che, con una prosa fortemente sensuale in cui è il corpo a parlare, ruota intorno alla cosiddetta “poetica del trauma”. —
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