Un libro che rende Orvieto un luogo dell’anima anche per un viaggiatore frettoloso e stressato
di Walter Chiereghin
Nell’editoria è come nella vita: talvolta si dà corpo a un ossimoro, in altri casi succede che un’iniziativa nasce dove meno te l’aspetti, e tuttavia poi ti accorgi che non sarebbe stato possibile altrimenti, e che il luogo “sbagliato” risulta in effetti l’unico possibile, magari per ragioni del tutto inopinate e comunque diverse da quelle che per prime classificheresti tra le più plausibili, tipo la vicinanza, oppure l’omogeneità culturale, l’affinità urbanistica, le similitudini architettoniche.
Capita così che una sorta di gemellaggio culturale leghi oggi Trieste a Orvieto, grazie a una Guida sentimentale di Orvieto, filiazione di un analogo titolo riguardante il capoluogo giuliano, ma soprattutto concretatasi grazie all’amicizia tra le due curatrici, rispettivamente l’orvietana (acquisita) Laura Ricci e triestina (altrettanto acquisita) Gabriella Musetti, che ha facilitato e anzi sollecitato la realizzazione del volume, edito da Vita Activa, riguardante la cittadina umbra, opera collettanea di un gruppo di oltre venti contributori, in larghissima prevalenza donne, che per un anno intero si sono confrontate in un laboratorio di scrittura tenutosi presso l’Unitre di Orvieto.
Per un turista anche frettoloso, Orvieto, appostata sulla sua rupe tufacea, rimane una meta imprescindibile nell’Umbria, anche se assai spesso la visita si riduce al suo principale monumento, il Duomo che sia per la facciata che per la mole che per gli affreschi di Luca Signorelli colloca da solo la città che è cresciuta ai suoi piedi nel novero delle capitali internazionali dell’arte…continua
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